Vigilia di Natale: le differenze principali tra il Nord e il Sud

Alla Vigilia di Natale ogni luogo ha le sue tradizioni, le sue usanze e i suoi menù. Scopriamo le differenze in questo giorno tra nord e sud

Vigilia di Natale
Differenze tra Nord e Sud alla Vigilia di Natale

La Vigilia di Natale è uno dei giorni più amati dell’anno, se non il più amato in assoluto. In questa giornata, la frenesia è palpabile, suoni, rumori, odori invadono le strade tra la gente che acquista gli ultimi tasselli che mancano per completare il menù del cenone, e il regalo last minute. L’atmosfera, le decorazioni e i mercatini di Natale sono pressoché gli stessi, ma l’avvicinamento al cenone e al 25, tra nord e sud, si differenziano in alcune cose.

Vigilia di Natale: come ci si arriva al Nord

Le differenze tra nord e sud non sono soltanto culinarie, ma anche nel come si vive l’intero periodo. Infatti, fatta eccezione per le date, appunto della vigilia e del Natale, è tutto il periodo che assume contorni particolari, come in preparazione all’arrivo di questi due giorni. Già, ad esempio, al Nord l’adorazione di Gesù bambino è sentitissima, e sono frequenti le rappresentazioni viventi in dialetto locale, ad esempio in Lombardia e Piemonte, in cui è facile imbattersi anche per strada. Il più delle volte accompagnati da panettoni e pandori. In EmiliaRomagna, l’attesa dello scoccare della mezza notte è fondamentale. Nella maggior parte delle città e paesi, al rintocco delle campane della mezza notte, inizia anche la funzione ecclesiastica, in cui ci si reca in massa. In Toscana invece, prima di mettere a letto i bambini, è solito veder preparare anche vassoio con latte e biscotti per l’arrivo di Babbo Natale, grandi o piccini che si sia.

Vigilia di Natale
Differenze tra Nord e Sud alla Vigilia di Natale

Al Sud

Nel Lazio, il 24 dicembre è un suonare di zampognari continuo, ma molto diffusi anche nelle regioni a scendere la penisola. Al Sud, in Campania, l’avvicinamento al Natale inizia già fine novembre, e il giorno 8 dicembre è vissuto quasi come fosse la Vigilia, con il posizionamento del presepe. In regioni limitrofe, come Calabria e Basilicata, è facile imbattersi nei tradizionali falò di Natale. E così anche in Sicilia, tradizione ancora viva quella del falò della Vigilia denominato il falò dello Zucco.

La vera differenza è tra cenone o pranzo

Ma la vera differenza, essendo quella spirituale comune a tutti, è quella culinaria. A cosa danno più importanza, Nord e Sud, al cenone della vigilia, o al pranzo di Natale? Al Nord è più privilegiato il giorno della festa del Natale, quindi del 25, con il tradizionale pranzo, in cui riunisci e festeggiare la nascita di Gesù. Mentre invece al Sud, l’attesa è maggiore, e si predilige il cenone del 24, nell’attesa dello scoccare della mezzanotte. E dopo di cui, in molti si scambiano già i regali anziché attendere il 25. Poi, i più temerari (e ne sono tanti!) si mettono in assetto di combattimento sia al cenone del 24 che al pranzo di Natale.

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Differenze tra Nord e Sud alla Vigilia di Natale

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E la differenza è anche nel numero degli invitati. Fatta eccezione ovviamente per le restrizioni covid, se tendenzialmente al Nord è più solito essere nella stretta cerchia familiare, al Sud è facile incontrare anche cugini di quarta generazione invitati alla cena del 24 o al pranzo del 25. Il menù anche, è diverso. Al Nord c’è una preponderanza di brodi e lasagne al forno, mentre al Sud, ma già a partire dal Lazio, c’è un unico filone odorante di pietanze fritte, che giunge fin giù alla Sicilia. Si parlava inoltre di temerari, ma in molti anche il 26 non di danno per vinti. Solitamente, il giorno di Santo Stefano si consumano avanzi del 25. Per questo la Vigilia di Natale è intesa non solo come 24, ma l’apertura della triade dei giorni santi.

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