Il geneder gap è sempre più ampio, anziché restringersi: un divario ancora presente che non accenna a ridursi. Scopriamo di cosa si tratta
Per quanto si parli di parità di sesso, nel mondo del lavoro, il divario tra impiegati di sesso maschile e femminile è ancora molto ampio. Una disuguaglianza sia in termini di occupazione delle cosiddette “quote rosa” e sia in termini di retribuzioni. E in questo caso si parla di gender cap, letteralmente divario di genere, che anche a causa della pandemia generata dal covid-19, non ha avuto modo di rallentare.
Gender gap: la pandemia ha aumentato il divario
In questi anni la pandemia ha inciso negativamente su ogni settore. Ogni attività ne ha risentito, e con questo anche il divario tra generi si è ampliato. Si parla sia di gender gap che di she-cesison, ovvero una vera e propria recessione femminile. Le donne, molto più degli uomini, hanno dovuto scegliere tra lavoro e famiglia, e ridurre sensibilmente l’occupazione femminile. Tendenzialmente, una donna tende ad ammortizzare di più un periodo difficile e governarlo meglio, ma alcuni sondaggi rivelano che alla distanza le donne stanno soffrendo di più degli uomini. E di conseguenza, si stima che più del 50%, sfiorando addirittura il 65% sia di posti occupati da uomini. Una distanza che si accentua in particolare nel sud del paese.
L’Italia in ritardo rispetto al resto dell’Europa
Di certo l’Italia, rispetto ad altre realtà europee, è in ritardo nell’avere posti di lavori occupati e ricoperti da persone di sesso femminile. Di certo anche gli altri paesi hanno subito una flessione, ma in Italia è stata particolarmente accentuata. Un problema non da poco, se si pensa che alcune delle più grandi menti e forze lavoro risiedano soprattutto nel genere donna. E nell’ottica delle pari opportunità, anche i compensi delle donne in occupazione soffre ancora di un divario molto evidente tra i due generi.
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Un gap, anche quello dei compensi, che si sta cercando di colmare. La percezione, retrograda, è che l’attività femminile possa dare di meno di quella maschile, e pertanto vada pagata di meno. Una condizione che, purtroppo, in alcune realtà del paese continua a resistere e in un certo senso, ancora ad imporsi.
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La strada verso la parità di genere, di pari opportunità, passa in particolare e soprattutto sul tasso di occupazione e sulla retribuzione femminile. Solo in questo modo il gap, presente ed evidente, potrà avere modo di ridursi e arrivare quanto più possibile a un punto di equilibrio.