Coercizione riproduttiva: scopriamo una nuova forma di violenza sessuale

Oggi giorno, nonostante le numerose sensibilizzazioni, manifestazioni e movimenti atti a contrastare la violenza contro le donne, ci sono diversi modi per abusare del sesso femminile. Modi che appaiono impensabili e al limite della follia. Andiamo a scoprire una nuova forma di violenza sessuale e psicologica molto diffusa: la coercizione riproduttiva.

Tra i vari abusi verso le donne di cui si sente più parlare, meno nota sicuramente è quella che è definita coercizione riproduttiva.

Andiamo scoprire nel dettaglio di cosa si tratta questo tipo di abuso che sembra silente e invisibile, e come è possibile evitare che possa accadere.

Coercizione riproduttiva

Coercizione riproduttiva: il controllo della donna con la gravidanza

Coercizione riproduttiva

Non c’è cosa più bella di avere un figlio, ma per diversi motive non tutte le donne possono averne ne tanto meno vogliono. Nel caso della volontà, è una scelta che va rispettata alla cui base possono esserci numerosi aspetti. In questo caso questo tipo di abuso mira a controllare la donna usando la gravidanza, il sesso e la contraccezione. È definita come un insieme di comportamenti che vanno a interferire con la libertà e autonomia decisionale, circa la volontà e salute riproduttiva della donna. È un abuso, una violenza, che sembra meno diffusa ma in realtà non lo è. Agisce sotto traccia e in particolare a livello mentale. Si tratta di operazioni che vanno ad aggirare quelli che sono i reali consensi della donna, tramite manipolazioni. I tipici comportamenti sono quelli di obbligare una donna ad interrompere o terminare una gravidanza. Impedirle di prendere e utilizzare contraccettivi o manipolando quelli che si utilizzano (ad esempio bucare un preservativo), eludendo di fatto ciò che davvero una donna desidera.

Si entra in un vortice di ricatti e abusi emotivi

Talvolta si manifesta anche l’utilizzo di contraccettivi che la donna potrebbe non prendere, o di contraltare, esponendo la donna a malattie sessuali vietando ogni tipo di protezione. Ed in questo modo si entra in un vortice di ricatti e abusi emotivi. Un controllo dal quale è difficile uscirne, e si è quasi costrette. 

Si rischia di perdere totalmente il controllo della propria sessualità, con la propria mente dominata dall’uomo. Uscirne e reagire è possibile. È un tipo di violenza, anche se sembra invisibile, ma molto pesante. Quindi la prima scappatoia è denunciare e parlare. Nessuna deve essere costretta ad agire contro la propria volontà, né la stessa deve essere aggirata.

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E tutto ciò va segnalato, affinché chi se ne approfitta possa smettere una volta per tutte. È una lotta continua, ma non bisogna mai e non si deve mai mollare.

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