Solidarietà femminile: grande verità oppure leggenda

Si parla spesso di una grande solidarietà femminile in diverse tematiche, ma è davvero così? È una grande verità o una leggenda che si insegue?

solidarietà femminile

Sulla lealtà tra donne e sulla complicità, se ne dicono spesso di ogni tipo. Spesso si tende a sottolineare che per un motivo le donne entrino sempre in competizione tra di loro. Ma è vero? Esiste la tanto decantata solidarietà femminile o anch’essa si tratta di un luogo comune, o perlopiù una leggenda che si tramanda? Scopriamo insieme questi aspetti.

Solidarietà femminile: non c’è sempre competizione

solidarietà femminile

Di certo nel corso del tempo c’è stata la tendenza a contenere quello che è la figura femminile, in quanto una società da sempre influenzata da cultura patriarcale, fa apparire la donna sempre in secondo piano. Come se ogni traguardo raggiunto fosse sempre un successo fuori dal normale e di cui meravigliarsi. E tutto questo tende ad isolare le donne e, nell’immaginario collettivo, farle essere sempre forzatamente in competizione. Ma è davvero così, o è forte il senso di solidarietà femminile? La competizione non è sempre presente, anzi la solidarietà, l’appoggio femminile reciproco è un’arma molto forte. E le donne lo sanno. Sanno che può incutere timore ad una società in cui agli uomini non è sempre richiesto di essere influente e di riguardo, diversamente da quanto accade con le donne. Ma è comunque innegabile che, sempre a causa di una società che predilige la figura maschile, molte donne tendono ad apparire distaccate verso lo stesso sesso. Il motivo è semplice, ci sono già numerosi ostacoli lavorativi ed economici nei confronti della donna, e scatta una sorta di autoprotezione verso qualsiasi componente esterna, in particolare se femminile.

La solidarietà non ha genere

È sbagliato inoltre sottolineare il tema assoluto di solidarietà femminile. Perché per gli uomini appare una cosa scontata? Quando in realtà, scontata non lo è affatto. La solidarietà non dovrebbe avere genere, e non dovrebbe essere contaminata da pregiudizi di alcun tipo. Eppure, però il pregiudizio è ancor forte, se si considera che soltanto in Italia meno del 25% delle donne impiegate riesce a ricoprire posizioni di altissimo profilo.

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Quindi diventa quasi naturale che si crei la “sorellanza” femminile, in cui si agisce come un blocco unico in cui spalleggiarsi. Ma è pur vero che però è un concetto anche troppo esaltato associandolo esclusivamente alle donne, come se fosse una cosa fuori dal normale.

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Non è possibile che nel 2022 ci sia ancora una condizione di pensiero simile. Non è mai troppo tardi per progredire.

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