Essere multitasking non è una cosa positiva: il dato scientifico

Spesso si tende ad esaltare una persona che è capace di essere multitasking: in realtà non è un aspetto positivo. Scopriamone i motivi

multitasking

Ci sono persone che se non completano ciò che stanno facendo, non riescono ad iniziarne subito un altra. E altre persone che riescono a fare più cose contemporaneamente, e molto spesso a portarle tutte a compimento. E questa caratteristica è detta multitasking, giudicata estremamente importante, tanto che chiesta anche in numerose sedi di colloquio di lavoro. Ma è davvero una cosa positiva? Alcuni dati spiegherebbero tutt’altro.

Essere multitasking: gli effetti che non notiamo

Sicuramente riuscire a fare più cose senza andare in affanno può essere una gran virtù, ma è proprio questa parvenza di total control che può trarci in inganno. E avere anche ripercussioni sulla nostra stabilità mentale. L’illusione di poter controllare tutto ci porta a fare più cose, ma i rischi sono diversi: innanzitutto si rischia di non fare tutte le cose all’altezza della situazione. I margini di commettere errori sono molto più elevati, rispetto ad un compito gestito singolarmente. E con essi, si ha l’illusione di aver completato tutto quando in realtà potremmo trovarci dinanzi ad uno scenario che potrebbe farci ricominciare tutto da capo. E da qui, il rischio di incappare in un mental breakdown è dietro l’angolo. La possibilità di andare in confusione e perdere improvvisamente il controllo, o ancor peggio il rendersi conto di aver sbagliato e dover ricominciare, rischia totalmente di abbatterci. E così, ci si ridimensiona drasticamente.

Bisogna porsi un limite

Bisogna essere consapevoli di dove si può arrivare, e lì mettere il punto. Non si è delle macchine, e una volta spinti al massimo il rischio di bruciarsi è enorme. Quindi bisogna essere consapevoli di quanto si può fare, affinché la produttività non venga danneggiata. Ed è scientificamente provato che fare più cose contemporaneamente, abbassa sia produttività che qualità.

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Certo, può comprimere i tempi, ma sicuramente ci sarà qualcosa da rivedere, che inevitabilmente li dilaterà nuovamente. La concentrazione e la capacità di recepire informazioni si affievoliscono. Fare le cose con il giusto modo e tempo, non contaminandola con altre mischiandone gli aspetti e le dinamiche, aiuterà la qualità del lavoro svolto.

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Quindi: pianificazione ad hoc, concentrazione su un solo compito per volta, inserire le pause al momento giusto e soprattutto dedicare un po’ di tempo a sé stessi tra una pausa e l’altra. Ad esempio, in molti consumano il proprio pranzo mentre ancora sbrigano faccende: errato. Ci si deconcentra sul lavoro e il tempo per sé stessi è sempre minore, e la frenesia del lavoro continuerà a dominare la nostra mente.

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