Honjok: cos’è quest’arte coreana sempre più in espansione

L’Honjok come arte per star bene da soli: ma in che cosa consiste esattamente e cosa significa? Scopriamolo insieme

Honjok

Stare bene da soli vuol dire anche accettarsi, conoscersi e comprendere come far bene a sé stessi. Ma tutto ciò non vuol dire tirarsi fuori da ogni tipo di relazione e isolarsi. Niente affatto. Ed è questa il target dell’Honjok, uno stile di vita ma anche filosofia coreana che mira a responsabilizzare i giovani e a puntare su sé stessi.

Honjok: un diritto all’indipendenza

Letteralmente il termine Honjok è tradotto con “tribù di una sola persona”, e in questa definizione è raccolto davvero tutto. In una tribù si trova tutto ciò che a un individuo può bastare, e in questo caso è tutto concentrato in una sola persona, ovvero sé stessi. Ed è un modo anche per trasformare la propria solitudine, aumentata anche dalla pandemia generando picchi di languishing, in un punto di forza e renderla una vera e propria filosofia di vita. Un’indipendenza da volere fortemente e rivendicare, tanto che è stato pubblicato una sorta di manuale, Honjok – Il metodo coreano per vivere felici con sé stessi, scritto da Silvia Lazzaris.

Gli effetti pandemici

E la pandemia non ha fatto altro che alimentare questo senso di solitudine, rendendola voglia di indipendenza. Spesso ragazzi si sono trovati per lunghi periodi a dover sottoporsi a quarantena, e in quel momento hanno appurato che potevano contare solo su loro stessi. Una forza che è diventato stile di vita, da cavalcare e approfondire. In un paese come l’Italia, in cui molti ragazzi per mille motivi, sono ancora accasati da mamma e papà, sarebbe una ideologia da seguire.

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Una solitudine costruttiva che va a temprare carattere e personalità del ragazzo, oltre al senso di responsabilità di badare a sé stessi. Da sempre l’oriente è precursore di ideologia mirate al successo giovanile, e anche queste nuove teorie non sono da meno. Chiunque quindi può diventare un Honjok e vivere in armonia con il proprio essere, e vederlo come un punto di partenza per raggiungere importanti traguardi personali.

Ed è quanto di più liberi si possa essere, senza costrizione alcuna né metodi di vivere altrui, che ci condizionano. Ma il fine è anche quello di conoscersi per esportarsi verso gli altri in maniera migliore.

 

 

 

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