24 Novembre, trent’anni dalla morte di Freddie Mercury

Oggi, 24 Novembre, sono passati ben trent’anni dalla morte prematura e travaglia di uno dei performer più amati nella storia della musica: Freddie Mercury. 

24 Novembre, trent’anni dalla morte di Freddie Mercury

“Who wants to live forever?” così cantava Freddie Mercury poco prima di morire prematuramente di AIDS. A lui va ben più di un merito: quello di aver rivoluzionato il mondo della musica Rock, di aver osato sul palco e di aver cambiato per sempre il modo di essere un performer. Con Mercury non era mai solo una voce, un passo o un costume: era l’essenza, l’anima che lui riusciva a portare sul palco con una semplicità e una naturalezza tali da far pensare che lui fosse nato per fare quello. Ma gli va anche il merito, a dir si voglia, di essere diventato uno dei volti più celebri e simbolo della lotta contro l’AIDS in un’epoca in cui c’era ancora molto da fare e sensibilizzare.  

24 Novembre, trent’anni dalla morte di Freddie Mercury

Con un talento mai visto prima e uno spiccato senso dell’arte e del bello, Freddie Mercury ci ha lasciato fin troppo presto in questo stesso giorno di trent’anni fa: era il millenovecento novanta uno quando, a soli quarantacinque anni, il cantante dei Queen muore vittima dell’AIDS, poco prima che venisse scoperta una terapia per poter provare a convivere con questo male all’epoca così sconosciuto. Di certo, la sua morte ha significato molto sia nelle schiere di vittime proprio come lui, ma anche a livello mondiale: con lui se ne andava infatti un pilastro della musica rock ma anche in generale, e si segnava il punto di un’era. 

24 Novembre, trent’anni dalla morte di Freddie Mercury

Un’artista eclettico, talentuoso e senza limiti. Non c’è confine che Freddie Mercury non abbia toccato e superato, deciso ad andare sempre più oltre fino ai confini del mondo e della musica. Una vita certamente travagliata la sua, indimenticabile di sicuro ma non facile. Da un lato la famiglia: tradizionalista, ferrea e rigida, ma soprattutto assolutamente contraria alla vocazione del cantante. Dall’altra le sue origini, in un certo senso così mal viste dal pubblico. Un’altra estremità ancora che premeva contro di lui, la sua omosessualità con cui per molto tempo ha convissuto cercando di ignorarla. E infine l’originalità che lo ha sin da subito contraddistinto e reso, forse, non subito ben accettato dal pubblico.

24 Novembre, trent’anni dalla morte di Freddie Mercury

Tanti gli amori di Mercury, ma solo uno che potesse realmente essere definito quello di una vita intera. Parliamo di Mary, con la quale il cantante ha convissuto per sei anni e che, sotto sua dichiarazione, potrebbe essere definita l’unica donna che abbia mai avuto e amato. Un amore eterno, indissolubile e che ha superato qualsiasi ostacolo: persino l’impossibilità di Mercury di amare Mary come lei avrebbe voluto. E un matrimonio tanto a lungo rimandato, fino alla dichiarazione inevitabile da parte del performer e la scrittura di una delle canzoni più belle, romantiche e sofferente della storia della musica: “Love of my life”.

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Ma Mercury era questo e moto altro: era arte pura, un genio della musica, un cantante talentuoso e un musicista senza precedenti. Ma anche un uomo estremamente coraggioso, che ebbe la forza di dichiarare a tutti i suoi fan la sua malattia, invece di tenerla segreta. Di sicuro i Queen non solo sarebbero stati diversi senza di lui, ma forse sarebbe il caso di dire che non sarebbero stati proprio. Così come non sono stati più dopo la sua morte, se non per onorarlo a Wembley nel novantadue. Non è di certo un caso se ancora oggi, dopo trent’anni dalla fine dei Queen, siano ancora tra le band più amate e ascoltate. Se “Bohemian Rhapsody” sia ancora tra le canzoni più eseguite e sentite di sempre – un simbolo di Mercury e della band – e, soprattutto, se quello di Wembley sia entrato nella memoria comune come il miglior concerto dei Queen. Ma infondo, “who wants wo live forever?

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