Ogni tanto bisognerebbe provare a viaggiare da soli in un determinato periodo della propria vita: alla scoperta di se stessi
Già di per se, un viaggio, porta una ventata di entusiasmo e di adrenalina da avventura, in particolare se realizzato con persone a cui teniamo molto. Ma ci sono determinati periodi della vita, in cui si è malinconici, pessimisti, pensierosi e indecisi su se stessi. Ed è quello il momento in cui bisognerebbe mettersi in moto, e viaggiare da soli.
Viaggiare da soli: training autogeno
Viaggiare da soli può costituire un vero e proprio training autogeno. Può aiutare a fornire risposte che cerchiamo sui nostri dilemmi, sulle nostre scelte, stando in movimento e provando emozioni nuove, con noi stessi al centro dell’attenzione. Un viaggio dove vogliamo noi, senza dover mettere d’accordo nessuna testa, e fare quello che ci piace davvero. È il momento ideale per ritrovare noi stessi. Aiuta noi stessi ad avere maggiore autostima, ad accrescere la sensazione di controllo sulla nostra vita che magari è andata perduta.
Quale meta scegliere?
Qui viene il difficile, o forse no. Dovrebbe venire da se cosa scegliere. Un nostro desiderio recondito, da voler fare da soli, senza che nessuno venga a saperlo. In un periodo in cui si è indecisi su se stessi, l’ideale non sarebbe andare a ubriacarsi e a ballare in posti esotici, ma forse affrontare un viaggio più selvaggio, a contatto con la natura, e con gli elementi.
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Quante volte abbiamo detto “vorrei essere da solo su una montagna?“. Beh, che aspettate? Fatelo! Una bella traversata in posti a noi inusuali, al nord Italia, o le colline verdi e sconfinate irlandesi, le Highlands scozzesi, o un tour nelle Fiandre. Tutte destinazioni che ci aiutano a ragionare su noi stessi e toccare culture nuove. Un altro viaggio molto gettonato, è il Cammino di Santiago. Un’esperienza che mette in risalto la forza personale, e ci fa combattere internamente con la nostra persona. In molti, dopo queste esperienze, ne sono usciti completamente rigenerati.