Messaggiare è un mezzo di comunicazione davvero efficiente, ma quando riguarda i primi appuntamenti, bisogna fare attenzione: ecco cosa è meglio non scrivere quando si chatta
Lo sviluppo tecnologico ha sicuramente facilitato la comunicazione, soprattutto quella tra persone che flirtano o si piacciono. Tuttavia, ha creato anche problemi, che forse prima non esistevano.
Negli ’80 e ’90 infatti, per comunicare, dopo un appuntamento, si stavano pre a casa attaccati al telefono di casa per aspettare una chiamata, o si correva nella cabina telefonica più vicina pur di sentire l’altra persona. Oggi invece, grazie. ai nuovi tool, è più facile comunicare, anche se può creare altri tipi di paranoia.
Con l’app di Whatsapp e il fastidio delle spunte e del visualizzato senza risposta, può creare davvero agitazione in una persona che aspetta risposta, magari dopo un primo appuntamento con la persona che le interessa.
Succede, in questi casi, di scrivere cosa che potrebbero provocare imbarazzo nell’altra persona. Cerchiamo di capire quindi come comportarci in chat, e cosa è meglio non scrivere quando si chatta.
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Cosa NON scrivere quando si chatta: le regole
Sei vivo?
Se dopo il primo appuntamento, dopo aver trascorso una bella serata (almeno da parte tua), e magari è successo anche qualcosa, non si fa sentire. Il panico ci balena nello stomaco. Cosa NON fare?
Se dopo qualche giorno c’è silenzio stampa, la cosa peggiore da fare è quello di scrivergli per prima, ma soprattutto approcciare con “ma sei vivo” “è successo qualcosa” “Ci vediamo domani sera”, è la peggior cosa da fare.
L’unica cosa da fare in questi casi è attendere, cancellare momentaneamente il numero e non chiamarlo per nessun motivo al mondo.
The Morning After Text
In inglese si dice “The Morning After Text”, ed è esattamente quel momento dopo aver trascorso la prima notte insieme, e include tutti quei messaggi che si inviano subito dopo essersi salutati.
Frasi come “stanotte sono stata davvero bene” racchiude agitazione e ansia, che diventano evidentissimi all’altra persona, al punto di spaventarla. Se poi per tutta risposta c’è un breve e gelido “anch’io” o, nel peggiore dei casi, un silenzio imbarazzante, tutto diventa fin troppo spiacevole.
