Cinque canzoni che non possono mancare nella tua playlist

Ci sono canzoni che sono intramontabili nel panorama musicali e che proprio non possono mancare nella nostra playlist. Eccone cinque, le avevate già? 

Cinque canzoni che non possono mancare nella tua playlist

Le canzoni, si sa, sono un linguaggio universale. Quanto ascoltiamo della bella musica non ci importano le differenze linguistiche, l’unica cosa su cui ci concentriamo è il nostro gusto personale. Si prefiggono di migliorare il mondo, ci provano e a volte ci riescono anche. Come dimenticare, d’altro, le bellissime parole di Wonderwall degli Oasis, i Beatles che cantano sul tetto di un palazzo o, ancora, la canzone simile a una poesia di Bob Dylan “Blowin’ in the Wind”.

Nonostante ciò, e nonostante non tutte le canzoni piacciono a tutti in modo indistinti, ci sono certamente delle canzoni che possono essere considerati intramontabili e che certamente sono più universali delle altre.

Canzoni che, in poche parole, permettono di abbattere quella che è la soggettività grazie al ruolo che hanno avuto nella storia musical e non, grazie alla loro forza e al loro impatto emotivo. Certo, fare una scelta su quelle più significative non è sempre facile, ma noi ci abbiamo provato e abbiamo cercato di selezionare – dopo ore e ore di riflessioni, e dopo esserci ritrovati a riascoltare a loop tutte le nostre canzoni preferite – ben cinque che non possono assolutamente mancare nella playlist di una persona. 

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Cinque canzoni che non possono mancare nella playlist della tua vita

Bohemian Rhapsody

Il pezzo, uscito dopo tante travagliate discussioni e un’incisione tutt’altro che veloce, arriva al cuore del pubblico nell’ormai lontano 1975 ed è certamente uno dei brani più amati e significativi della celebre band britannica. Dalla durata di sei minuti, il brano mischia in modo a dir poco magistrale elementi di hard rock, opera e canto a cappella.

Losing my religion 

Pubblicato nel Febbraio del 1991, questa dei R.E.M. è certamente una canzone che ha saputo resistere nel tempo, mantenendo invariato l’impatto del suo significato e la sua emotività. “Losing my religion” è di certo una canzone che non ha subito mode, che potrebbe essere definita addirittura atemporale grazie al talento degli ideatori.

I wanna dance with somebody

Era l’estate del 1989 quando una giovanissimo e talentuosissima Whitney Houston – indimenticabile grazie al timbro unico della sua voce – scala le classifiche con questo brano entrano a pieno diritto nella memoria del pubblico. La carriera della cantante agli inizi ma c’è voluto ben poco perché tutti si rendessero conto delle sue potenzialità e del futuro che aveva davanti.

I don’t want to miss a thing

A tutti, almeno una volta, è scesa una lacrimuccia nel sentire questa canzone, stomaco stretto in una ferrea morsa e un impercettibile sorriso a illuminarsi il viso. Uscito nel 1998, il brano degli Aerosmith è tra i più rappresentativi e amati della band heavy-metal, e ad aiutarne la consacrazione nel cuore del pubblico è stato il suo uso come Colonna Sonora del cult Armageddon – Giudizio Finale. Insomma, lacrime su lacrime.

Hey Jude

Sette minuti che potrebbero fermare il tempo, che sicuramente fermano la nostra vita per ascoltare la bellissima poesia scritta dall’infallibile coppia McCartney-Lennon per – presumibilmente – il figlio di quest’ultimo. Pubblicata nel 1968, la canzone prende ben presto le sembianze di un “inno alla vita”, per non dimenticarsi che c’è sempre il modo di andare avanti e superare gli ostacoli: bisogna trovare solo il giusto pulsante da premere per motivarci.

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